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SHAKESPEARE DREAM: SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZ’ESTATE

Shakespeare Dream: Sogno di mezza Estate è un progetto che propone la messa in scena di tre riscritture originali da William Shakespeare, ad opera di Pina Catanzariti: Il tempo impossibile di Amleto, Re Lear e la follia del potere, Doppio sogno. Per la regia di Marcello Cava, con il sostegno di MOTOPRODUZIONI, con il coinvolgimento di grandi artisti dello spettacolo italiano, appositamente ideate per la valorizzazione dei luoghi che possano offrire un luogo ideale per attività spettacolari e artistiche che abbiano l’opera di Shakespeare come primo riferimento. Le attività progettate saranno tese a valorizzare gli spazi della villa, del giardino segreto e del parco intorno e sono pensate come modelli di teatro itinerante dedicato all’immaginario del Sogno, ascolto e visione.
Per ognuno degli spettacoli si coinvolgerà una complessa rete di artisti e interpreti, contribuendo alla creazione tre spettacoli originali che saranno a cavallo tra rappresentazione teatrale, concerto e performance visiva.
Il tempo impossibile di Amleto è una riscrittura del bardo inglese, che riflette in maniera innovativa l’irreversibilità del tempo, tema centrale dell'originale shakespeariano.
Lear o la follia del potere è invece la presentazione in prima nazionale di una consolidata elaborazione drammaturgica che vede Paolo Bonacelli vestire i panni del folle re. Paolo/Lear siede sulle rovine del proprio potere autodistrutto, guardando al nostro tempo, che ha prodotto una moltitudine di umanità che non riesce a giudicare se stessa.
Infine Doppio Sogno riprende la favola di Amore e Psiche narrata da Apuleio, una delle fonti che usò Shakespeare per inventare il suo "Midsummer Night’s Dream", per farne un racconto notturno che dilata i desideri ed i segreti femminili e maschili, senza nascondere di quanta violenza, spesso, si ricopra quel sentimento ambiguo e/o male interpretato, chiamato amore.


IL TEMPO IMPOSSIBILE DI AMLETO

di  Pina Catanzariti
musiche dal vivo di  Lametia
Regia di  Marcello Cava

La messa in scena sperimentale, tesa ad una rappresentazione non didascalica, è articolata in quattro movimenti che destrutturano il capolavoro di Shakespeare alla ricerca delle parti testuali di maggiore attualità e abolendo il piano narrativo tradizionale (già parte del nostro immaginario collettivo) sarà il frutto di un intenso laboratorio preparatorio fra il cast degli attori e il gruppo di musica elettro/acustico sperimentale Lametia.

ATTORE 2 ORAZIO
C’è qualcosa di marcio in Danimarca. 
Questo tempo è impossibile.
ATTORE 1 AMLETO
La porta del tempo è fuori dai cardini. 
La dovrò riallineare io.

Area video


LEAR O LA FOLLIA DEL POTERE

di  Pina Catanzariti
con  Paolo Bonacelli, Raffele Gangale, Fabrizio Parenti
musica dal vivo di  Felice Zaccheo
regia di  Marcello Cava

Si tratta di una riduzione di Pina Catanzariti, voluta e necessaria, della tragedia originale, estrapolando, attraverso un concentrato di irrappresentabilità indicibile, invivibile ed inascoltabile, il significato della sua attualità.
Paolo/Lear, immobile patriarca bifronte, leviatano dai capelli fiammeggianti di bianco, siede sulle rovine del proprio potere auto-distrutto. Chiara, unica, perentoria, mai melodrammatica, la sua voce, che conduce lo spettatore attraverso la forbice ambivalente delle scelte necessarie: voce joyciana, flusso interiore potente che chi ascolta ha come strumento per scandagliare la propria coscienza ad una ragionevole distanza, personificazione di follia, malvagità o eccesso di bontà, che non ha bisogno di altre azioni sul palcoscenico.

Area Video


DOPPIO SOGNO

Traduzione e adattamento di  Pina Catanzariti

Doppio Sogno riprende la favola di Amore e Psiche narrata da Apuleio, una delle fonti che usò Shakespeare per inventare il suo "Midsummer Night’s Dream" che intreccia in un coagulo lussurioso, annoiato, demoniaco, dinamico come sequenze cinematografiche, storie d’amore adolescenti con interventi e apparizioni di fate e folletti del circostante bosco fatato: magia, sogno, ipnosi, inganni, realtà, iperrealtà e metateatralità, dinamiche familiari e intrighi tipici shakespeariani si mescolano in un disordine cosmico, mitologico ed erotico sul filo dell’amore inteso apparentemente come ordine e armonia alla fine del mondo, in realtà descritto nella sua speculare doppiezza, l’amore come sentimento violento, bestiale e distruttore che nulla crea ma tutto distrugge e annienta, la maschera sulla realtà, la finzione, le bugie e i tradimenti.