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SARTRE

SARTRE: drammaturgie per l’ascolto dei luoghi tra memoria e presente è una proposta di eventi site specific con apposite drammaturgie tratte dal repertorio dell’intellettuale francese, messinscene sperimentali ad impatto zero per valorizzare i luoghi della cultura. Teatro Mobile è leader da anni nella progettazione di eventi teatrali itineranti, grazie all’uso di un tecnologico sistema di ascolto in cuffia. Gli eventi sono pensati per essere realizzati in aree archeologiche e musei, ma sono adatti anche a spazi urbani e naturali, all’aperto e al chiuso.
Per ciascuno evento è possibile realizzare una versione suite, meno complessa per numero di persone coinvolte (artisti e tecnici).
Seguono le schede artistiche del repertorio a disposizione e alcune possibili novità assolute. L’ascolto in cuffia può avvenire in movimento (viaggi in cuffia)
o in modo più stanziale (ascolto in cuffia), indifferentemente outdoor ed indoor.


LE MOSCHE

Traduzione e drammaturgia di  Pina Catanzariti
regia  Marcello Cava

Scritto da Sartre nel 1942, è il tentativo di attualizzazione del testo tragico dell’Orestea di Eschilo fatto, durante la Seconda Guerra Mondiale, dallo scrittore e filosofo francese. Sartre scrisse quella che, di fatto, è stata la sua prima opera teatrale che ha il suo senso proprio nella Parigi occupata dai nazisti del 1945. “Il vero dramma, quello che ho voluto scrivere, è il dramma di un terrorista che, uccidendo per strada dei tedeschi, provoca l’esecuzione di cinquanta ostaggi” (da:un théatre de situations pp223) allusione evidente agli orrori dell’estate 1941, e insieme presa di posizione nel dibattito che opponeva partigiani e detrattori dei morti innocenti. Ambientando il dramma in una città, Argo, che annualmente si ritrova faccia a faccia coi propri defunti per una macabra cerimonia commemorativa, mentre le mosche assillano e tormentano gli abitanti, Sartre presentava la “malattia del pentimento”, fortemente avvertita da una Francia scossa dai sensi di colpa sotto il regime filotedesco di Vichy: “Argo è una città microfisicamente governata dal risentimento, una società in cui la morte di Dio ha prodotto il suo risultato più temibile, è stata interiorizzata. Non ci sono più valori superiori, né dèi né ideali: non servono più. Giove può starsene a lato” (P. A. Rovatti, (P. A. Rovatti, prefazione a J. P. Sartre, Le mosche – Porta chiusa, Bompiani, Milano 1991, p. I); op. cit., p. V).E’ una dichiarazione di attualità e pretesto e motivo per la riproposizione del testo oggi: proprio in questo anno pieno di guerre nel mondo ricorrono gli ottanta anni dalla Liberazione di Roma.
LE MOSCHE è stato già presentato:

Forte dei Borgia -  Nepi
Villa Mirafiori - Roma 
Piazza Risorgimento - Torino


LE TROIANE

di  Pina Catanzariti
regia di  Marcello Cava

Le Troiane nella versione che Jean-Paul Sartre scrisse a Roma nel 1964 (la sua ultima opera  teatrale, proprio sessanta anni fa) evoca la guerra d'Algeria, ricordandoci (proprio in questi  giorni) che la barbarie non ha epoca. Concepita come un adattamento del testo di Euripide e il suo  ritorno ai classici greci, abbandonati dai tempi de Le Mosche. Sartre sceglie di parlare  dell'attualità attraverso l'universalità della tragedia. Le Troiane di Sartre mette in luce il tema della distruzione e del trauma collettivo causati dalla guerra, concentrandosi sul dolore delle vittime, in particolare le donne, che subiscono la doppia oppressione della sconfitta e della dominazione patriarcale. Questo aspetto risuona fortemente oggi, in un’epoca segnata da conflitti globali, crisi dei rifugiati e violenze di genere. La tragedia diventa una lente attraverso cui osservare le devastazioni della guerra contemporanea, da quelle fisiche a quelle psicologiche e culturali.
LE TROIANE è stato già presentato:

Porto Claudio e Traiano - Roma
Palazzo Mattei - Roma 
Casa Internazionale delle Donne - Roma


MORTI SENZA SEPOLTURA

Traduzione e adattamento di  Pina Catanzariti

Dopo gli studi sperimentali presso La Casa Internazionale delle Donne nel 2016, Teatro Mobile torna a lavorare sull’opera teatrale di Jean Paul Sartre Morti senza sepoltura. L’opera si concentra sulla condizione di un gruppo di resistenti catturati e sottoposti a tortura. Questo tema trova un’eco profonda nelle guerre odierne, dove la violazione dei diritti umani, la tortura e il trattamento inumano dei prigionieri continuano a essere una realtà tragica. Dai conflitti in Medio Oriente alle guerre civili in Africa e altrove, Morti senza sepoltura ricorda il prezzo umano della guerra, evidenziando come la violenza non colpisca solo i corpi, ma anche la dignità e l’identità delle persone. Nel contesto delle guerre odierne, Morti senza sepoltura richiama l’attenzione sulla disumanità intrinseca al conflitto e sulla necessità di preservare valori come la solidarietà, la dignità e la memoria delle vittime. Sartre ci sfida a confrontarci con l’assurdo della violenza e con il peso delle nostre scelte morali, offrendo una riflessione potente su come, anche in situazioni di oppressione estrema, sia possibile affermare la propria umanità. L’opera rimane un monito contro l’oblio e un invito a resistere non solo alla guerra, ma a tutto ciò che nega la dignità e il valore della vita umana.

Casa internazionale delle donne - Roma