Skip to main content

Immaginari di Roma

Nuovi Immaginari di Roma: drammaturgie per l’ascolto dei luoghi tra memoria e presente è una proposta di eventi site specific con apposite drammaturgie per lo più inedite tratte dal repertorio classico fino a quello del novecento, per messinscene sperimentali ad impatto zero, tese a valorizzare i luoghi della cultura. Teatro Mobile è leader da anni nella progettazione di eventi teatrali itineranti, grazie all’uso di un tecnologico sistema di ascolto in cuffia. Gli eventi sono pensati per essere realizzati in aree archeologiche e musei, ma sono adatti anche a spazi urbani e naturali, all’aperto e al chiuso.
Per ciascuno evento è possibile realizzare una versione suite, meno complessa per numero di persone coinvolte (artisti e tecnici).
Seguono le schede artistiche del repertorio a disposizione e alcune possibili novità assolute. L’ascolto in cuffia può avvenire in movimento (viaggi in cuffia)
o in modo più stanziale (ascolto in cuffia), indifferentemente outdoor ed indoor.


SHAKESPEARE: VIAGGIO CON GIULIO CESARE

Riduzione drammaturgica di Pina Catanzariti
Regia Marcello Cava

Dopo il grande successo nel 2018 presso il sito archeologico dei Fori Imperiali, dove docenti e studenti universitari, insieme a giovani attori, hanno inscenato i primi tre atti del Giulio Cesare, Teatro Mobile torna a proporre uno tra i più suggestivi spettacoli del suo repertorio con una nuova riduzione drammaturgica di Pina Catanzariti e il nuovo cast in fase di elaborazione


SHAKESPEARE: ANTONY AND CLEOPATRA

Riduzione drammaturgica  di  Pina Catanzariti
con  Paolo Musio e Galatea Ranzi
Regia
  Marcello Cava

Dopo il grande successo che nel 2018 ha visto presso lo scenario suggestivo della ex Centrale Elettrica Montemartini, sede dei Musei Capitolini, lo svolgimento dello spettacolo sperimentale Antony and Cleopatra, Teatro Mobile torna a proporre uno tra i più perturbanti spettacoli del suo repertorio con una nuova riduzione drammaturgica di Pina Catanzariti, confermando gli attori professionisti, Paolo Musio e Galatea Ranzi.


CORIOLANO

Tratto da Brecht, di Pina Catanzariti
regia Marcello Cava

Dopo il grande successo della prima rappresentazione nel contesto della rassegna Antichi Sipari nel Museo delle Navi romane a Nemi, Teatro Mobile ripensa il dramma brechtiano che racconta la peripezia bellica e politica di Caio Marzio, spinto dalla madre a proporsi per la carica di Console. L’adattamento parte dal lavoro fatto da Bertolt Brecht sull’opera, che mette l’accento sulle vicende degli uomini comuni mandati a morte dalle scelte dei potenti. La messa in scena mette il pubblico al centro, utilizzando come “popolo” romano, una sorta di agi della bilancia in grado di portare in trionfo o far cadere il protagonista.


 PRIMA ASSOLUTA!

BERENICE

Traduzione e adattamento da RACINE di Pina Catanzariti

Berenice è nuovo progetto di Teatro Mobile che intende riflettere, alla luce del contesto palestinese contemporaneo, per esplorare i temi universali del conflitto, del sacrificio e della separazione, che trascendono il tempo e lo spazio.
Nella tragedia, la figura di Berenice rappresenta una regina palestinese che si trova a dover rinunciare al proprio amore per Tito a causa di forze politiche superiori, incarnando la tensione tra desiderio personale e necessità pubblica. Questo dramma di rinuncia e sacrificio, in cui l'amore viene subordinato alla politica e agli interessi dello Stato, rispecchia in parte le complessità del moderno conflitto israelo-palestinese, dove decisioni politiche e geopolitiche hanno un impatto devastante sulle vite e sui legami personali.
Il destino di Berenice, sospeso tra la sua identità personale e il peso del contesto storico, può essere visto come una metafora delle difficoltà di chi vive oggi in una terra segnata da conflitti e divisioni. In questo parallelismo, la tragedia di Racine nella traduzione di Pina Catanzariti, acquisisce una risonanza contemporanea, offrendo un linguaggio simbolico per esprimere il dolore e la complessità delle relazioni umane in un contesto di tensione politica e sociale


CALIGOLA DA CAMUS

di Marco Aurelio Riduzione di Pina Catanzariti

Caligola è un'opera teatrale elaborata nel 1938 e pubblicata nel 1944 per l'Editore Gallimard,dopo una revisione testuale profonda, fino alla versione definitiva del 1958. E' un testo incentrato sul delirio del potere, venne rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1945, al Théâtre Hébertot con Gérard Philipe nei panni dell'imperatore romano.
Teatro Mobile ne propone una riscrittura di Pina Catanzariti che traspone, in una successione di quadri in movimento, una serie di dialoghi tra Caligola e "l'altro da sè" che assume, di volta in volta, i ruoli dei principali personaggi del testo originario, dando risalto alle sue parti più attuali ed abolendo completamente qualsiasi ipotesi di messinscena in senso tradizionale. ll vortice dialogico esaspera e porta alla sua essenzialità il tema profondo del testo, l’umanità disperata del carnefice-vittima, metafora della disumanità del potere e della violenza della storia. Caligola di Teatro Mobile è già stato realizzato all’interno di spazi archeologici, musei e anche in spazi aperti metropolitani (persino all’interno della metropolitana di Piazza Vittorio a Roma).

LINK:
Petrolini Torino


BRECHT E ROMA

Traduzione e adattamento di  Pina Catanzariti
Regia di  Marcello Cava

Brecht ha sempre avuto un rapporto molto particolare con il mondo della tradizione latina. A Brecht interessa avvicinarsi alla storia di Roma per operare uno smontaggio delle prospettive tramandate, costruite sui conquistatori e i trionfatori. Le figure a cui si rivolge vengono dunque rilette in un'altra prospettiva che, ad esempio, fa di Cesare (Gli affari del signor Giulio Cesare, frammento di romanzo postumo), un intrigante e un affarista, o del generale Lucullo (L'interrogatorio di Lucullo, radiodramma, 1939; La condanna di Lucullo, opera musicale, 1951) un uomo condannato da un tribunale.

E, ancora, l'attenzione di Brecht è rivolta alle narrazioni leggendarie sull'origine di Roma, dove i suoi Lehrstücke, le sue dimostrazioni in forma teatrale, insegnano - come nel caso degli Orazi e Curiazi (1933-1934) - a riflettere e a privilegiare come strategia il ragionamento a un presunto vantaggio materiale.

Roma diventa così per Brecht una sorta di modello per ragionare politicamente, socialmente e per riflettere sulla storia. Il progetto ha la supervisione della professoressa e germanista Antonella Gargano, che interviene con lezioni frontali e itineranti.


PRIMA ASSOLUTA! 

ELIOGABALO

Da  Artaud, traduzione e adattamento di  Pina Catanzariti
Regia di  Marcello Cava

Eliogabalo, così come interpretato da Pina Catanzariti nella traduzione da Antonin Artaud, trova una sorprendente risonanza nel contemporaneo, diventando un simbolo di contestazione radicale e fluidità identitaria, temi centrali nel nostro tempo.
Nel mondo odierno, caratterizzato da crisi politiche, rovesciamenti di valori tradizionali e dibattiti su genere e identità, la figura di Eliogabalo incarna una sfida alle convenzioni. La sua androginità, il rifiuto delle norme sociali e il sovvertimento dell'autorità patriarcale lo rendono una figura che anticipa le lotte per il riconoscimento delle identità non binarie e per la libertà sessuale. Come Eliogabalo, il contemporaneo spesso mette in discussione confini netti e categorie rigide, abbracciando il caos come forza creativa.
Eliogabalo, nella sua ricerca di un’esperienza totalizzante che fonde spiritualità e trasgressione, parla alla crisi esistenziale del nostro tempo, dove l’alienazione spesso spinge verso nuovi modi di vivere e di sentire. La sua figura, dunque, non è solo un mito del passato, ma un prisma attraverso cui interpretare le tensioni e le possibilità del presente.


PRIMA ASSOLUTA! 

ROMOLO

da Dürrenmatt
Traduzione e riduzione di Pina Catanzariti

Romolo il Grande di Friedrich Dürrenmatt, definito dall’autore una "commedia storica in quattro atti", offre una riflessione ironica e paradossale sul declino del potere. La figura di Romolo, l'ultimo imperatore romano d'Occidente, viene ritratta come un personaggio disincantato e inattivo, che osserva il crollo dell'Impero senza tentare di impedirlo. Dürrenmatt trasforma la sua inattività in una scelta consapevole, un atto di sabotaggio contro un sistema corrotto e ormai insostenibile. In questa riscrittura di Pina Catanzariti, Romolo diventa ancora più evidentemente un simbolo della critica al potere e alla politica, un tema che risuona fortemente oggi in un'epoca di sfiducia verso le istituzioni e le élite governative. Romolo, con la sua ironia e il suo distacco, sembra prefigurare il dibattito odierno sull’impotenza dell’individuo di fronte a problemi sistemici e globalizzati. In un mondo in cui spesso si discute dell’inevitabilità di certi processi storici e dell’apparente incapacità della leadership contemporanea di affrontare le sfide del nostro tempo, Romolo il Grande offre uno specchio provocatorio. Dürrenmatt non propone soluzioni, ma invita a riflettere sul ruolo dell’ironia, della consapevolezza e persino dell’assurdo nel cercare di affrontare un mondo in disfacimento.